Porto, 20, 21 e 22 aprile 2018
20 Ven - ADORAZIONE EUCARISTICA
Porto ore 9,30 S. Messa -
adorazione 10,00 - 19 (turni di adorazione)
Presenza per le sante confessioni
21 Sab - ADORAZIONE EUCARISTICA
Porto ore 9,30 S. Messa -
adorazione 10,00 - 19 (turni di adorazione)
Presenza per le sante confessioni
Domo 18,00 S. Messa vigiliare
22 Dom - IV DOMENICA DI PASQUA
Giornata Mondiale per le Vocazioni
ADORAZIONE EUCARISTICA
Porto 10 - S. Messa e adorazione 10,45 -18 (turni di adorazione)
Domo 11,00 S. Messa
Porto 18,00 S. Messa per la chiusura delle Sante 40 ORE
"SANTE QUARANT'ORE":
UN AUTENTICO DONO LOMBARDO!
E sì, è verissimo! Il pio esercizio delle "Quarant'ore"
nasce proprio dalla Fede della nostra gente, in Lombardia, in particolare
a Milano quando, nell'ormai lontano 1527, tale Padre Antonio Bellotti, ideò
una cosa meravigliosa: esporre per ore intere, in favore dei fedeli della
Chiesa del Santo Sepolcro, la Realtà Visibile di un Mistero Grande
come quello del Corpo Eucaristico di Gesù, il Buon Pastore in mezzo
al suo Gregge.
Per molti anni le "Quarant'ore" furono delle parentesi gioiose
in cui si faceva festa ed era palpabile la felicità e l'allegria
di stare con Gesù: si allestivano i mercati, si facevano le fiere
e c'era tanta gente in giro.
Col passare del tempo, però, le "Quarant'ore", da festa
di serenità e letizia, chissà perché, (forse per il
gusto di chi vedeva nell'amarezza e nel grigiore dei valori molto positivi)
si trasformarono in un addoloratissimo rito in cui si faceva penitenza,
ci si concentrava sui peccati, si condannavano i "nemici" della
Religione e della Chiesa, si espiavano le offese al Santissimo Sacramento
e si piangeva. Non si sorrideva più, non si era più contenti
di scrutare la meravigliosa realtà della presenza Vera e Reale di
Gesù in mezzo al suo Popolo! Improvvisamente, qualcuno cambiò
le regole della felicità del sentirsi Cristiani. Con il Signore visibilmente
presente, guai a ridere e ad essere contenti!
Ma come?! Se vedo mio
padre, mia madre, i miei fratelli; se vedo i miei nonni, le mie nonne, le
mie zie; se vedo mia moglie, mio figlio, mia figlia, i miei nipoti, un amico,
un'amica, il mio gatto, il mio cane, io sono felice! E allora perché
se mi capita di vedere il mio Dio, devo essere assolutamente triste e depresso?!
E' del tutto illogico, certo, ma anche storicamente vero. Ad un appuntamento
meraviglioso come lo è quello con Gesù Eucaristico - la tristezza
e i sensi di colpa presero il sopravvento. In pratica, s'approdò
ad un totale capovolgimento di senso: dallo Splendore del Corpo di Gesù,
al Buio del Sepolcro! Ci si concentrava sui peccati e sulle fiamme dell'Inferno,
non sulla gioia di essere salvati! Fino a tutto il Concilio Vaticano II
(1962-1965), si preferiva far contemplare l'Inferno piuttosto che il Paradiso.
Gesù, era pensato come un potente guerriero vittorioso sui tutti
i nemici ed implacabile con i peccatori!
Poi, con il Concilio Vaticano II, c'è stata la svolta. "Si ritorna
alle origini!" ha concordato la maggior parte dei Padri Conciliari.
Infatti, da quel giorno tutto cambia
ma non per tutti, perché
cambiare le abitudini non è poi così facile e ci vuole il
suo tempo! Così le "Quarant'ore", o meglio, con una paroa
più attuale, "Le Giornate Eucaristiche", non di rado sono
tuttora concepite come una tristissima veglia funebre alla presenza di un
morto! Una cosa orrenda che non attrae più nessuno se non chi considera
la Vita Umana un tristissimo campionario di sofferenza e patimenti.
Tuttavia, nonostante queste comprensibili resistenze, sulla scorta di quanto
stabilito dal Concilio Vaticano II, al giorno d'oggi si è diffusamente
tornati alla gioia di quell'incontro con Gesù che sta in mezzo a
noi, vivo e risorto.
È un ritornare all'origine; un origine che come si è detto
all'inizio è soprattutto nostra, perché le "Sante Quarant'ore"
sono rigorosamente nate nella nostra Arcidiocesi, sono nate da un'intuizione
geniale della nostra gente! Concludo con una "curiosità storica".
È una cosa che molti sanno già e altri no. Le Quarant'ore
sono il tempo durante il quale il Signore Gesù è passato dalla
morte alla Risurrezione! Questo calcolo l'ha fatto un uomo davvero eccezionale:
Sant'Agostino d'Ippona (354-430 d.C.) un autorevole Padre della Chiesa vissuto
tanto tempo fa.