Parole chiave del Giubileo: PELLEGRINAGGIO
Le radici del pellegrinaggio cristiano sono nel cammino, o meglio nella
salita degli ebrei a Gerusalemme. Sono ben 15 i Salmi detti "delle
ascensioni". Gerusalemme è desiderata, guardata da lontano e
poi da vicino in tutto il suo splendore: il tempio con i suoi atri sono
il luogo della pace, del riposo, della sicurezza. Vi si sperimenta la tenerezza
del Signore, la sua bontà scende come rugiada.
In tempi e luoghi diversi, i pellegrini che facevano il cammino verso Roma
(e per questo erano detti "romei") vivevano qualcosa di simile:
itinerario di speranza e di purificazione, attesa di un incontro che rinvigorisse
il senso della fede e la pratica della carità. Lungo il percorso,
chiese e ostelli presso cui fare tappa, recuperare le forze e ripartire.
Non proprio la stessa cosa dei comodi pellegrinaggi odierni. Questo Giubileo
potrebbe favorirne la riscoperta, Soprattutto per chi sceglierà un
pellegrinaggio "povero", essenziale. Il cammino esterno come segno
di un viaggio interiore per "rientrare in sé", cercare
il senso della propria vita, alleggerirsi di tutto ciò che frena
il viaggio, che distoglie dalla meta. Una meta che. attraverso il simbolo
di un luogo sacro, è l'incontro con Dio. Un incontro che trasforma
e che converte.
Aprire le porte della casa al forestiero pellegrino è anche questo
un gesto forte, in qualche modo religioso. Praticando l'ospitalità
alcuni hanno accolto degli angeli senza saperlo (Ebrei l 3.2) e i discepoli
di Emmaus invitando a tavola un forestiero sconosciuto furono tra i primi
testimoni di Gesù risorto. In un tempo di chiusure, egoismi e diffidenze
è un gesto forte quello di aprire la porta: sarà ancora più
bello se continuerà in favore di altri stranieri, anche una volta
finito l'anno 2000. Perché continueremo ad avere tra noi altri pellegrini,
sia pure con mete diverse da quelle religiose: gli immigrati. E' lì
che l'accoglienza si fa più dura e impegnativa. Ma perché
non fare dell'anno giubilare una sorta di allenamento all'ospitalità
da praticare anche negli anni a venire? Tanto più che Io stesso pellegrinaggio
giubilare prevede mete e modalità diverse, inconsuete. E' lo stesso
Giovanni Paolo II a ricordarcelo: oltre che presso le grandi basiliche romane,
nei luoghi della Terra santa e nelle chiese cattedrali diocesane, l'indulgenza
si può ottenere alle stesse condizioni recandosi a far visita a persone
ammalate, carcerate, disabili, anziane ecc.. "quasi compiendo un pellegrinaggio
verso Cristo presente in loro". Anche la porta del povero e del sofferente
è una porta santa! Ecco un pellegrinaggio alla portata di molti,
un cammino che salda la vita di fede e le pratiche liturgiche con la scelta
degli ultimi e la cura di chi soffre.