IL RESTAURO DEL BATTISTERO DI DOMO

 

NOTA TECNICA
La necessità di un intervento di restauro ad "uno dei monumenti più importanti di Lombardia" emerge da una lettura approfondita del manufatto e dal suo stato di conservazione. La copertura presenta
numerose falle con spostamenti e rotture degli elementi in cotto di copertura ed è caratterizzata dalla
fatiscenza della piccola orditura. L'esecuzione della volta di copertura del vano principale nella prima metà del XIX secolo (attorno al 1836) ha comportato una diversa ripartizione dei carichi, sia distribuiti, sia concentrati, tali da creare una serie di vistose crepe nella stessa volta in mattoni. La creazione di una scala di accesso alle cantine della ex casa parrocchiale, passante attraverso le murature portanti del monumento al piano seminterrato, ha comportato il verificarsi di una crepa tra la volta di copertura delle scale stesse e la muratura perimetrale (in quel punto già rinforzata in epoca arcaica) del battistero. Le opere saranno pertanto tese all'eliminazione delle criticità sopra elencate con una serie sistematica di interventi di carattere strutturale, attualmente in corso di definizione e approfondimento.
Il rifacimento del manto di copertura (con il recupero integrale dei coppi antichi e il mantenimento in essere della grossa orditura in castagno, ormai storicizzata) porrà invece rimedio alle numerose infiltrazioni di acque meteoriche causa primaria dell'imbibimento delle antiche strutture.
Nel corso dell'intervento di restauro (tra lo storico, il filologico e il funzionale) verranno inoltre messe in evidenza alcune peculiari caratteristiche del monumento, oggi occultate alla vista e alla possibilità di
studio e approfondimento. Si tratta di tre finestrelle originali, di limitate dimensioni e con spalle a unico
strombo e della seconda porta di accesso al battistero posizionata sul lato sud ed originariamente utilizzata per liturgie battesimali le cui radici affondano nel substrato più profondo della tradizione cristiana. Il restauro delle particolarissime e uniche archeggiature esterne (aggettanti sia sotto sia sopra quota e con lesene tronche alternate) permetteranno una migliore leggibilità del monumento e una sua più approfondita e diffusa conoscenza.


Maurizio Isabella

(ottobre 2017)

 

NOTA STORICA
È "uno dei monumenti più importanti della Lombardia": questa fu la conclusione di Maria Clotilde Magni, al termine di uno tra i primi approfonditi studi sul battistero di Domo, nel 1969. Questa è la conclusione valida ancora oggi, soprattutto dopo che il monumento ha rivelato, ad un'indagine scientifica condotta sotto la supervisione delle Soprintendenze nel 1975, ulteriori tracce della sua antichità e della sua eccezionalità, per non dire unicità, quale raro esempio di transizione tra il linguaggio architettonico carolingio e la stagione di preludio al romanico. Il battistero di Domo, infatti, presenta ancora oggi, per buona parte leggibili, caratteristiche che ne permettono una datazione approssimativa attorno al 925. L'edificio si eleva su una pianta ottagonale (ancorché impostata con qualche incertezza) con diametro esterno di poco inferiore agli otto metri. Ogni faccia dell'ottagono era arricchita da una coppia di grandi archeggiature (ne sopravvivono su cinque lati) sopra le quali l'ottagono di base è ricondotto ad una sagoma sub-circolare. Forse già in origine esisteva, presso la porta principale (verso la chiesa parrocchiale) un'absidiola, così da restituire al battistero una complessità planimetrica (e liturgica) che trova paralleli in casi che rimontano, persino, al V sec. (Castelseprio; Grado). Anche le piccole finestrelle con unico strombo rappresenterebbero un retaggio dei decenni avanti il X sec. Di contro, è proprio la appariscente serie di arcate decorative esterne a restituire al battistero di Domo il suo valore di unicum; queste, infatti, pur impostate secondo una cadenza ereditata dalla grande età di riforma carolingia, furono realizzate in rilievo rispetto al piano della muratura; inoltre, a Domo, fu soppressa, alternativamente, una delle lesene di sostegno alla teoria di archi, così da conferire al ritmo una frequenza quasi accoppiata. Quest'ultimo dettaglio rappresentava una sorta di anticipazione delle teorie di archetti pensili che tanta fortuna ebbero nella stagione del romanico, avviata "dopo il Mille" e diffusa in tutta Europa, evoluzione che si affermò dapprima sopprimendo del tutto la lesena tronca intermedia (come nel S. Pietro di Gemonio), ma lasciando sopravvivere l'accoppiamento dei voltini sotto la gronda delle absidi, quindi moltiplicando all'infinito la successione degli archetti tra ridotti salienti (S. Giorgio a Sarigo: S. Vittore a Bedero). La scelta di porre in rilievo quest'archeggiatura rispetto alle superfici delle specchiature esterne, invece, non ha ancora trovato un paragone e continua a rappresentare una sfida avvincente nella ricostruzione delle vicende e delle trasformazioni del battistero di Domo in oltre 1100 anni di storia.


Federico Crimi

(ottobre 2017)


 

Il battistero di Domo risulta essere, allo stato attuale delle ricerche, uno dei monumenti più importanti dell'alto varesotto sia per antichità, sia per le sue caratteristiche storico-artistiche.
Costruito anteriormente all'anno mille è sempre stato il battistero di riferimento dell'antica pieve di Travaglia.
Sorto 250 anni prima della Canonica di Bedero doveva necessariamente avere una chiesa di riferimento nelle immediate vicinanze che, si presume, potesse trovarsi nell'area dell'attuale chiesa parrocchiale, pur con dimensioni e proporzioni diverse da quelle di oggi.
Solo le chiese capopieve potevano dotarsi di un battistero, per cui in quello di Domo sono state battezzate per secoli tutte le genti della Valtravaglia e conserva ancora oggi la sua originaria funzione.
Purtroppo nel corso dei secoli è stato oggetto di interventi non sempre rispettosi della sua struttura per cui oggi presenta alcuni problemi ai quali occorre porre necessariamente rimedio.
Si è pertanto pensato di predisporre un progetto di restauro integrale del monumento al fine di ovviare a qualche cedimento strutturale e per rivederne gli elementi, anche con il rifacimento della copertura ormai compromessa.sa
Nell'esecuzione del restauro saranno rimesse in luce le caratteristiche fondamentali al fine di sottolinearne sia l'aspetto monumentale sia quello storico e artistico: le tre finestrelle originali e ancora conservate, rimessa in evidenza la forma ottagonale (pur se irregolare) occultata da un tentativo di renderlo circolare, riaperta la seconda porta, anch'essa originale, utilizzata in origine per la celebrazione del battesimo secondo il rito antico.

Maurizio Isabella